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Elezioni europee, il comitato Voto dove vivo: «Primo passo, ora una legge permanente». Ecco come fare per votare fuorisede

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Il percorso è stato lungo, marcato da tentativi dilatori e battaglie di bandiera partitica, mentre milioni di giovani fuorisede erano costretti a pagare biglietti di viaggio fuori portata per esercitare il diritto di voto. Oppure, rinunciavano a imbucare la scheda. Ci sono voluti anni di pressioni social e azioni dimostrative di studenti e associazioni: alla fine, hanno ottenuto che il Parlamento si esprimesse sul tema. Non si tratta di una legge stabile, ma di una sperimentazione introdotta grazie ad un emendamento al decreto elezioni. Ad ogni modo, per la prima volta in Italia, alle Europee dei prossimi 8 e 9 giugno, chi si trova lontano da casa per motivi di studio potrà votare anche nella Regione di domicilio, non soltanto in quella di residenza. Il Comune di Milano, città che attrae una buona fetta dei fuorisede italiani, ha pubblicato oggi, 17 aprile, le linee guida per accedere al servizio.

Nella stessa giornata, all Camera dei deputati, i promotori del comitato “Voto dove vivo” hanno indetto una conferenza stampa in cui sono state affrontate le criticità rimaste sulla questione dei fuorisede. Primo: la possibilità di non votare esclusivamente nel Comune di residenza è concessa solo per le elezioni europee, non per le amministrative che si celebreranno negli stessi giorni di giugno. Secondo: solo chi è lontano da casa per motivi di studio potrà usufruire dei seggi speciali, restano esclusi i fuorisede per ragioni di lavoro e di cura. Terzo: questa novità assume le tinte di una sperimentazione, mentre le associazioni chiedono il voto nel territorio di domicilio sia consentito in modo stabile, per ogni tipologia di fuorisede e per tutte le elezioni, siano esse amministrative, politiche, referendarie o europee.

La conferenza stampa a Montecitorio

Oltre ai ragazzi delle diverse associazioni presenti, hanno partecipato alla conferenza molti parlamentari del Partito democratico, tra cui Marianna Madia, Andrea Giorgis, Chiara Gribaudo, Lia Quartapelle, Rachele Scarpa, Francesco Verducci e Marco Meloni. «Benché sia una novità che salutiamo con grande favore, dopo anni di battaglie, dobbiamo evidenziare la transitorietà della disciplina e la limitazione ai soli studenti in tutto lo spettro dell’elettorato fuorisede», hanno esordito i rappresentanti di Voto dove vivo, nella sala stampa di Montecitorio. «Chiediamo al governo di fare una capillare campagna di informazione per far conoscere agli studenti fuorisede le modalità con cui accedere a questa opportunità». Il comitato ha riassunto brevemente le modalità per usufruire delle sezioni elettorali speciali, per poi passare a quattro proposte. Le prime due sono indirizzate al governo e riguardano l’accessibilità e la chiarezza delle prescrizioni da osservare.

Le richieste

«Il governo ha dato mandato ai Comuni di predisporre questo modulo sui propri siti, aggiungendo un nuovo livello di complicazione inutile. Noi chiediamo di caricare il modulo direttamente sul sito del ministero dell’Interno, con una pagina apposita, e poi avviare una campagna televisiva per informare della possibilità i ragazzi che studiano lontano da casa». Poi, la terza proposta e la quarta proposta si sostanziano in un appello rivolto a i rettori italiani. «Ci vuole informazione nelle università pubbliche e private, perché sono i luoghi più direttamente interessati. Tanti atenei si sono attivati, però adesso chiediamo due cose: facilitare la possibilità di scaricare velocemente il certificato di iscrizione al corso di studi – uno dei documenti necessari per votare fuorisede – e poi di comunicare questa opportunità a tutta la comunità studentesca mediante una mail a tutti gli iscritti o con circolare di ateneo».

La guida del Comune di Milano

Data la specificità delle Europee, che si basano su circoscrizioni elettorali molto ampie, sono previste due casistiche. La prima, la più semplice, riguarda gli studenti fuorisede che hanno un domicilio temporaneo in un Comune della medesima circoscrizione elettorale del Comune di residenza. (Ad esempio, la circoscrizione Nord-Ovest, comprende quattro Regioni: Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria). Chi ricade in questa condizione può votare «direttamente nelle sezioni ordinarie del Comune di temporaneo domicilio». Se invece il Comune di temporaneo domicilio appartiene a una circoscrizione elettorale diversa da quella in cui rientra il Comune di residenza, «gli studenti fuorisede voteranno presso il Comune capoluogo della regione alla quale appartiene il comune di temporaneo domicilio, recandosi presso sezioni elettorali speciali».

Il modello da compilare

Nel caso della Lombardia, il capoluogo è Milano e i seggi speciali saranno comunicati tramite propri canali ufficiali entro 15 giorni dal voto. Comunque, la prima cosa da fare – se si vuole esercitare la possibilità di votare fuorisede – è inviare al proprio Comune di residenza, entro il 5 maggio, un modello predisposto dal ministero dell’Interno. Bisogna allegare anche «una copia di un documento di riconoscimento in corso di validità, una copia della tessera elettorale personale, una copia della certificazione o di altra documentazione attestante l’iscrizione presso un’istituzione scolastica, universitaria o formativa». Poi spetterà al Comune di domicilio – o il Comune capoluogo di Regione – trasmettere agli elettori l’attestazione di ammissione al voto fuori sede, contenente l’indicazione del seggio in cui andare a votare. Tale attestazione, il giorno del voto, va portata con sé ed esibita al presidente di seggio, insieme alla tessera elettorale – originale, non in fotocopia – e a un documento d’identità.

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